Prima di effettuare un acquisto si controlla sempre la migliore offerta ma soprattutto la qualità del prodotto che si intende scegliere.
Come qualsiasi altra scelta comprare un gioiello con diamante è sempre un’incognita perché si deve stare attenti che il prezzo sia proporzionato al prodotto che si intende acquistare e che quindi rispecchi il valore effettivo.
I gioielli con diamanti sono sempre un ottimo affare in quanto risultano tra i beni intramontabili e sempre richiesti.
Si tratta di un vero e proprio investimento e per tale ragione sono tantissimi gli aspetti che bisogna tenere conto prima di comprare tale bene di valore.
Esistono quindi delle caratteristiche che permettono di poter acquistare un gioiello con diamante come investimento o semplicemente da indossare giornalmente o in occasioni importanti.
Caratura, purezza e colore
Il primo dato che nella scheda di un diamante risalta subito è la caratura, ovvero unità che corrisponde al peso del diamante.
La caratura varierà in base alla grandezza, in millimetri, del diamante che si intende scegliere.
Ad esempio, dato che l’unità di peso è uguale a 0.2 grammi, se un diamante è 7 millimetri la caratura corrisponderà a 1.25.
La purezza invece si misura attraverso la scala “GIA” e segue i seguenti criteri di giudizio:
- Purezza FL-IF: Il diamante risulta puro, senza alcuna imperfezione visibile sia ad occhio nudo ma soprattutto al microscopio.
Sono diamanti molto costosi, non comuni e quindi ricercati come pezzi da collezione. - Purezza VVS: In cui sono presenti, soprattutto sui margini, delle piccole inclusioni visibili solamente al microscopio, riuscendo a proporre un ottimo equilibrio tra la qualità del diamante e il prezzo, o VS visibili invece ad occhio nudo.
Questa tipologia di diamanti si ritrovano in gioielleria ed è soprattutto questa la purezza più controllata da chi vuole acquistare un gioiello con diamante. - Purezza SI: Se il diamante ricade sulla categoria “slightly Included”, le inclusioni saranno visibili anche senza l’aiuto del microscopio.
- Purezza I : classe di diamanti imperfetti che, seppur puri, non risultano commercializzabili a casa dei difetti che ne causano un declassamento all’interno degli standard qualitativi richiesti.
Un altro parametro che differenzia i diamanti è certamente il colore, un metodo di giudizio immediato perché giudicabile anche senza l’ausilio di determinati apparecchi.
Il colore del diamante va ricercato nella scala dei bianchi: sarà infatti l’intensità del bianco a definire la purezza del diamante. Più il colore bianco affievolisce tendendo al giallo, più il diamante perde di valore.
Esistono anche diamanti noti come “Fancy”, questa tipologia di diamanti colorati vengono classificati diversamente in relazione al colore.
Taglio, fluorescenza e pulitura
Tra gli aspetti visualizzabili, il taglio è sicuramente tra i primi a spiccare sia per la particolarità che per il proprio gusto personale. Il taglio inciderà quindi sul valore del diamante.
Non a caso il più adoperato è il taglio Brillante, in cui le 58 facce permettono alla luce di distribuirsi e di far brillare il diamante rendendolo lucido.
Le facce sono quindi fondamentali per la riflessione della luce e permettono di diversificare gli altri tagli in: Smeraldo, Ovale, Pear e Princess. Nella valutazione del diamante la luce assume un aspetto rilevante.
Le radiazioni ultraviolette riescono a far assumere al diamante una fluorescenza più o meno visibile, minore è la fluorescenza maggiore sarà la qualità. Ulteriore nota da non tralasciare è la pulitura.
Quando il diamante viene lucidato potrebbe essere stato danneggiato, avendone ridotto notevolmente la sua brillantezza.
Quando si è davanti un diamante con purezza inferiore la lucidatura sarà meno predominante, contrariamente quando il diamante brilla si ha un parametro che potrebbe definirlo di purezza superiore.